Richiesta di proroga in materia di lavoro fragile

Iniziativa unitaria da parte delle tre sigle sindacali, quella che ha visto Cgil, Cisl e Uil rivolgersi ai Ministri della Sanità e di Lavoro e Politiche Sociali per ribadire la necessità di interventi a tutela dei lavoratori fragili.

Si tratta di una definizione con la quale abbiamo iniziato a familiarizzare, originata da quanto indicato nel DPCM dell’8 Marzo 2020, più espressamente con la raccomandazione:

a tutte le persone anziane o affette da patologie croniche o con multimorbilità ovvero con  stati di immunodepressione congenita o  acquisita,  di  evitare  di  uscire dalla  propria  abitazione  o  dimora  fuori  dai  casi  di   stretta necessità e di evitare comunque luoghi affollati nei quali  non  sia possibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale” (art. 3 co 1 lett. b).

Oggi per lavoratori fragili, cioè, si intende quanto indicato nel protocollo del 24 Aprile condiviso tra le parti sociali, ossia quella condizione individuale di maggiore esposizione ad un possibile contagio del Coronavirus. E, soprattutto, se contagiati, una maggiore propensione a complicanze più gravi dovute all’insorgenza del Covid 19.
Una indicazione seppure condivisa comunemente, mai richiamata direttamente dai documenti ufficiali, se non in una Circolare del Ministero della Salute (per l’esattezza quella del 29/04/2020), nella quale si evidenzia come i dati epidemiologici evidenzino una maggior rischi per gli over 55 anni, nonché per chi soggetto di co-morbilità.
Una categoria che riguarda tutte le imprese nazionali, comprese quelle in cui non esiste, ad oggi, alcuna sorveglianza sanitaria.

Quali malattie indicano la fragilità di un lavoratore

Oltre ad un’età superiore ai 55 anni e la compresenza di più malattie croniche, uno stato di immunodepressione è legato anche alla presenza di determinate patologie, considerate maggiormente pericolose in caso di contagio al Coronavirus.

In particolare rientrano in questo elenco:

  • Condizioni di immunodepressione e/o immunodeficienza congenita o acquisita e qualunque altra patologia che necessiti di trattamenti immunosoppressivi;
  • Patologie oncologiche (tumori maligni), che si siano manifestate negli ultimi 5 anni;
  • Malattie cardiache (ischemie e coronaropatie, ipertensione arteriosa grave scompensata, insufficienza cardiaca, gravi aritmie, portatori di dispositivi tipo pacemaker e defibrillatori);
  • Patologie broncopolmonari croniche ( quali l’asma grave, BPCO, cuore polmonare cronico, enfisema, fibrosi, bronchiettasie, sarcoidosi, embolia polmonare);
  • Diabete mellito insulinodipendente (specie se scompensato);
  • Insufficienza renale e surrenale cronica;
  • Malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie (aplasie midollari, gravi anemie);
  • Patalogie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinale;
  • Reumoartropatie sistemiche (artrite reumatoide, LES, collagenopatie e connettiviti sistemiche croniche);
  • Epatopatia cronica grave (cirrosi epatica).
  • La stessa gravidanza, infine, seppure non patologia, rientra nelle condizioni di ipersuscettibilità al contagio).

Le richieste di Cgil,Cisl e Uil al Governo

In considerazione di quanto sommariamente esposto, l’iniziativa avanzata a nome firma delle tre maggiori organizzazioni sindacali italiane, al fine di stimolare un’azione dell’Esecutivo in tale direzione.

La richiesta fa riferimento non solo alle necessarie proroghe, ma anche a eventuali novazioni legislative che vadano nella direzione di tutelare i lavoratori fragili laddove non vi sia la possibilità di lavorare in presenza o di ricorrere a forme di attività a distanza.

Nella stessa lettera anche un richiamo alla situazione dei lavoratori, genitori di figli sotto i 14 anni, con la richiesta di ampliare l’area di utilizzo dei congedi, anche nell’eventualità della didattica a distanza.

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